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Buon martedì,
Anche quest’anno, Il Sole 24 Ore – Plus24 ha pubblicato un’inchiesta sullo stato della rendicontazione dei costi da parte degli intermediari finanziari.
Il quadro che ne emerge è, ancora una volta, sconfortante: solo il 17% dei clienti ha ricevuto una comunicazione chiara dell’avvenuto deposito del proprio rendiconto.
E, nei casi in cui il documento è formalmente presente, spesso risulta del tutto inefficace per comprendere quanto si paga, quanto si guadagna e quale valore si stia realmente ricevendo. Ma ciò che colpisce più di ogni altra cosa è una domanda implicita, che trapela tra le righe:
se nemmeno chi dovrebbe essere il tuo consulente ti fornisce una rendicontazione trasparente, chi potrà mai garantirti un controllo reale sul tuo patrimonio?
Lasciamo da parte, per un momento, gli aspetti legali, tecnici o professionali: il punto è molto più semplice. La rendicontazione dovrebbe essere il documento più accessibile, comprensibile e completo che un cliente possa ricevere. E invece, anche quando esiste, ti racconta nulla di chiaro.
Come si può pensare di gestire un patrimonio se non si conoscono i reali costi, i rendimenti netti e le dinamiche fiscali di ciò che si possiede?
E questo riguarda solo la componente mobiliare del patrimonio. Ma se chi ti segue su questo fronte non è in grado di offrirti dati chiari e leggibili, immagina cosa accade nelle altre asset class: immobili, partecipazioni in startup, private equity, collezioni, liquidità estera, polizze.
Chi tiene davvero traccia di tutto? Chi valuta, analizza, confronta?
In molti casi sei tu, cliente, a doverti improvvisare consulente, ricostruendo da solo un quadro parziale e frammentato.
È così che si finisce per affidare il proprio patrimonio al caso.
Senza chiarezza, ogni decisione diventa arbitraria. Ogni strategia è inconsistente. Ogni obiettivo rischia di essere compromesso. Un sistema patrimoniale frammentato non consente né una visione, né una direzione. E senza una rappresentazione chiara e consolidata, non si può costruire alcuna strategia coerente con le proprie esigenze. Ogni investimento può essere corretto, solo se si inserisce all’interno di un disegno più grande. E per costruire quel disegno servono informazioni, dati, analisi.
In un contesto così confuso, come si può tornare a prendere il controllo della propria ricchezza?
La risposta è netta: applicando il modello Family Office.
Nel metodo del family office, la rendicontazione non è un allegato tecnico, né una richiesta opzionale: è l’origine di ogni strategia, il primo atto, anzi, la condizione necessaria per iniziare a lavorare.
Senza un censimento completo di tutte le asset class, senza un’analisi trasparente di ciò che si possiede, dei flussi, dei costi, dei vincoli, delle opportunità e dei rischi, non può esistere alcuna consulenza.
La rendicontazione, nel nostro approccio, è personalizzata, integrata, dinamica e leggibile.
Non serve solo a dire “quanto hai”, ma a spiegare “come sta andando” e soprattutto “cosa puoi fare per migliorare”. Ne parliamo dettagliatamente nel nostro articolo:
In un contesto in cui la complessità patrimoniale cresce, è legittimo aspettarsi strumenti che offrano una lettura chiara, coerente e strutturata di quanto si possiede. La rendicontazione, in questo senso, non è solo una questione tecnica o normativa, ma un elemento fondante per chi desidera governare il proprio patrimonio in modo consapevole. Il modello del family office si distingue proprio per questa impostazione: considera la trasparenza informativa non come un accessorio, ma come condizione preliminare per qualsiasi decisione strategica. E rende possibile ciò che oggi manca a molti: una visione organica, continua e affidabile della propria ricchezza.