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Buon martedì,
nei portafogli delle grandi famiglie il 90 % della variabilità dei rendimenti dipende dalla Asset Allocation Strategica (SAA), non dalle singole “scommesse” di mercato. Non è un caso se, tra i servizi offerti dai Multi-Family Office, la SAA è valutata come il contributo a maggior valore aggiunto (43,5 %). Eppure molte decisioni patrimoniali nascono ancora dall’emotività: vendere tutto in panico, concentrare il rischio su un solo settore, inseguire mode senza una rotta.
Perché la SAA fa “davvero” la differenza:
- Direzione prima di destinazione – fissa scopi chiari (liquidità, crescita, protezione) e orizzonte temporale, trasformando l’incertezza in metodo.
- Volatilità sotto controllo – combina equity, reddito fisso, real asset e alternative per assorbire gli shock senza sacrificare il rendimento potenziale.
- Disciplina intergenerazionale – stabilisce un framework condiviso in famiglia, così la ricchezza resiste a crisi di mercato e passaggi generazionali.
- Efficienza netta – integra la pianificazione fiscale e societaria fin dall’inizio, proteggendo il rendimento al netto di costi, oneri e imposte.
Mini-caso:
Nel 2022 la famiglia R., con un patrimonio di 60 milioni, ha perso –14 % perché azionari “home bias” e immobiliare locale si sono mossi insieme. Dopo aver adottato una SAA con private equity, infrastrutture core e hedge-style liquidi, la volatilità è scesa dal 12 % al 7 % e il drawdown massimo al –6 %. La composizione ora riflette obiettivi chiari: 35 % equity globale, 25 % private markets, 20 % real asset, 15 % reddito fisso, 5 % liquidità.
Tre domande scomode (ma utili):
- Sai quanta parte del tuo portafoglio è veramente esposta al rischio azionario globale?
- Conosci il rendimento netto di costi e oneri degli ultimi 12 mesi per ogni asset class?
- La tua asset allocation riflette la tua tolleranza al rischio o quella dell’intermediario che ti propone i prodotti?
Se a qualcuno di questi quesiti non sai rispondere con certezza, è il momento di rivedere la SAA.
Come metterla in pratica – metodo in 4 passi:
- Mappatura del patrimonio – fotografia completa di attività, passività e vincoli familiari.
- Profilo di rischio condiviso – questionari, workshop con gli stakeholder e scenari di stress.
- Costruzione della rotta – scelta delle asset class (tradizionali e alternative) e dei relativi pesi strategici.
- Monitoraggio e rebalance – report trimestrali, alert di deviazione e ribilanciamenti disciplinati.
Approfondisci:
Nell’articolo completo trovi:
- gli errori più comuni (e costosi) nella gestione patrimoniale;
- la distinzione tra asset allocation strategica e tattica;
checklist operativa per impostare – o correggere – la rotta del tuo portafoglio.